Thursday 15 July 2010

Amico Fragile

Amico fragile è nata così: quando ero ancora con la mia prima moglie, fui invitato una sera a Portobello di Gallura, dove m'ero fatto una casa nel '69, in uno di questi ghetti della costa nord sarda: d'estate arrivavano tutti, romani, milanesi... in questo parco residenziale, e m'invitavano la sera che per me finiva sempre col chiudersi puntualmente con la chitarra in mano. Una sera ho tentato di dire: "Perché piuttosto non parliamo di...". Era il periodo, ricordo, che Paolo VI se n'era venuto fuori con la faccenda - ripresa poi mi pare da quest'altro qui, della stessa pasta - degli esorcismi. Insomma dico: "Parliamo un po' di quello che sta succedendo in Italia..."; nemmeno per sogno, io dovevo suonare. Allora mi sono proprio rotto i coglioni, mi sono ubriacato sconciamente, ho insultato tutti, me ne sono tornato a casa e ho scritto Amico fragile. L'ho scritta da sbronzo, in un'unica notte. Ricordo che erano circa le otto del mattino, mia moglie mi cercava, non mi trovava né a letto né da nessun'altra parte: c'era infatti una specie di buco a casa nostra, che era poi una dispensa priva anche di mobili, dove m'ero rifugiato e mi hanno trovato lì che stavo finendo proprio questa canzone.

[F. De André, in Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, p. 60]


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Certe cose non si capiscono perché sono mie personali. Evaporato in una nuvola rossa... è che, a quei tempi, io mi drogavo. La droga dei miei tempi era l'alcol: ho bevuto come una spugna fino a 45 anni.

[F. De André, in Alfredo Franchini, Uomini e donne di Fabrizio De André, p. 74]


fonte: http://www.giuseppecirigliano.it/Amico_fragile.htm