Thursday 30 March 2006

Energia. La Spagna è solare per legge

Madrid, 27 marzo 2006

La Spagna conquista un posto di primo piano a livello internazionale per la sua sua legislazione sull uso dell energia solare, tra le piu avanzate al mondo.

Con il nuovo Codice Tecnico Edilizio (Codigo Tecnico de la Edification, CTE), approvato il 17 marzo scorso, viene infatti introdotto l'obbligo di produrre dal 30 al 70% dell acqua calda destinata ad usi domestici utilizzando l'energia termica solare.

Il provvedimento si applica agli edifici nuovi e a quelli da ristrutturare di qualsiasi genere, indipendentemente dal loro uso. La legge prevede solo alcune eccezioni, come nel caso in cui gli edifici siano in ombra o il loro approvvigionamento di acqua calda per uso domestico sia gia garantito da fonti rinnovabili o dalla cogenerazione.

La variazione prevista dalla legge per la acqua calda prodotta con il solare, dal 30 al 70%, dipende dalla valutazione di un insieme di parametri. Viene presa essenzialmente in considerazione la posizione geografica dell edificio e la quantita di acqua calda necessaria per uso domestico.

Comunque anche i grandi edifici del settore terziario, come per esempio uno stabile di 4000 metri quadri, saranno obbligati ad istallare sistemi fotovoltaici.

Le ripercussioni del nuovo Codice Tecnico Edilizio sul mercato del solare inizieranno a farsi sentire probabilmente alla fine dell anno prossimo. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ci si aspetta che la normativa sull energia solare diventi obbligatoria nel giro di sei mesi, ma trattandosi di regole che vanno applicate nella fase di progettazione degli immobili e logico calcolare un altro anno di tempo prima di
constatarne l'impatto sul mercato.

La Spagna fino a questo momento non ha investito in modo massiccio sulla produzione di energia solare. I dati pubblicati da Eurostat, l'Ufficio di Statistica della Commissione europea, mostrano che nel 2003 la produzione di energia solare spagnola era pari a 48 TOE (migliaia di tonnellate di petrolio), mentre la Germania poteva contare su una produzione di 241 TOE, la Grecia di 105 e l'Austria di 80. L'Italia non ne produceva che 11 TOE.

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